conoscere se stessi piante

Ogni cosa fuori di noi, l’ambiente, le persone, il lavoro etc, sono tutti aspetti di noi stessi, tutto in realtà ci parla di noi. Tutto sta a comprendere i messaggi.

In questo articolo approfondiamo in modo specifico il rapporto con la natura e le piante medicinali e come questo può aiutarci a conoscere noi stessi.

Il rapporto uomo-natura è stato oggetto di studio sin dai tempi delle civiltà antiche, il cui approccio terapeutico era basato sull’utilizzo delle piante medicinali. Ancora oggi la maggior parte delle molecole farmacologiche di natura chimica derivano da molecole vegetali, aspetto che porta a riflettere.

Recentemente diversi studi hanno confermato la riduzione dei tempi di convalescenza e di prevenzione di molte patologie grazie alla sola vista di un ambiente verde.

Insomma, il rapporto uomo-natura è molto più stretto di quanto puoi pensare. Le piante in effetti, sono senza dubbio molto simili all’uomo, anzi, presentano delle caratteristiche ed un’intelligenza cellulare per molti versi superiore.

Basti pensare ai tessuti di alcune piante (meristematici o tessuti in accrescimento), costituiti da cellule staminali vegetali in grado di differenziarsi in qualsiasi tipo di cellula.

Tant’è che alcune preparazioni, note come gemmoderivati, sono costituite proprio da questi tessuti e trovano largo impiego nella prevenzione di tantissimi problemi, soprattutto in età pediatrica.

Volendo rimanere su un contatto visivo e tattile con il mondo vegetale, possiamo trarre tanti insegnamenti, senza dover assumere, laddove non sia necessario, il rimedio estratto dalla pianta.

La vista infatti, così come il tatto, sono sensi che necessitano di essere amplificati: non conosciamo effettivamente quanto potenziale effettivo risiede in questi sensi.

In genere, ci limitiamo a guardare e a non osservare ciò che abbiamo davanti ed ancor meno percepiamo ciò che in noi risuona con quello che abbiamo di fronte.

Preferire una pianta piuttosto che un’altra ci da delle indicazioni molto utili per comprendere di cosa abbiamo bisogno in quel momento, anche se ci troviamo di fronte alla scelta di come voler arredare il nostro terrazzo o il nostro giardino.

Il dottor Edward Bach studiò per tutta la sua vita il comportamento di alcune specie vegetali e li associò agli stati d’animo negativi di alcuni tipi di personalità, scoprendo dei rimedi floreali ancora oggi utilizzati con grande successo in tutto il mondo.

Sviluppare quindi un livello di osservazione più profondo ci predispone ad entrare maggiormente in risonanza con la natura e di riflesso con noi stessi.

Secondo la legge di risonanza noi attraiamo ciò che siamo e ciò che abbiamo bisogno di vedere per essere trasformato. Partendo da questo principio, se vivo vicino un Platano orientale (caratterizzato da una corteccia maculata) sarà facile intuire che tra gli aspetti da rivedere nel mio modo di essere, ci sarà il dover “cambiare pelle”.

Non è un caso infatti che alcuni preparati di questa pianta vengano utilizzati per trattare la vitiligine ed altre disarmonie cutanee, che si manifestano proprio a suggerirci di modificare il modo di vedere alcune cose e di sentirle come parte del nostro modo di essere.

Anche le caratteristiche del terreno e del clima ci aiutano a comprendere le qualità presenti nel nostro corpo e a conoscere a quali elementi naturali sono associate.

Se sentiamo attrazione per una pianta con delle caratteristiche associate all’elemento “fuoco”, potremmo sentire la necessità di favorire una serie di alimenti o escluderne altri per trasformare alcune emozioni che in questo momento danneggiano o disperdono il nostro “fuoco interno”.

Passeggiare in primavera in un prato può favorire l’incontro con la piantaggine (Plantago lanceolata), una specie straordinaria utilizzata per prevenire e trattare le forme allergiche: non è un caso che spunti proprio in primavera, il periodo in cui si risvegliano tutte le allergie.

“La natura ci dona tutto ciò di cui abbiamo bisogno nel momento giusto.”

Il tatto è un altro senso che sfruttiamo al minimo delle sue potenzialità, tuttavia la pelle è il canale attraverso il quale possiamo difenderci dalle aggressioni esterne e che possiamo utilizzare per sentire cosa è funzionale o meno per noi.

Questo vale anche per l’olfatto, il senso che ci riporta immediatamente al mondo emotivo. Diversi studi hanno dimostrato che i benefici nel trascorrere del tempo in un ambiente verde sono collegati anche all’inspirazione di diversi composti aromatici dei fiori e delle piante (noti nella loro preparazione erboristica come oli essenziali).

Questi straordinari doni della natura presentano moltissime proprietà e hanno un’azione diretta proprio sul sistema limbico. Sono in grado di ridurre fino ad azzerare gli stati di ansia e le sindromi depressive, innalzano senza dubbio la potenzialità del sistema immunitario.

Sentirsi affascinati ed attratti da una specie vegetale può darci molte indicazioni su aspetti di noi che vanno rivisti ed integrati: le rose ad esempio, sono l’emblema del perdono, della compassione e dell’amore incondizionato.

Per comprendere e fare nostri sempre più elementi è necessario immergersi completamente dentro se stessi ed iniziare a percepire il corpo ed i segnali che da esso arrivano.

La naturopatia ci viene in aiuto fornendoci delle indicazioni attraverso lo studio delle costituzioni umane e delle piante medicinali, sia nelle loro virtù terapeutiche ma soprattutto nella “costituzione” della pianta: l’intero processo va integrato con l’esperienza diretta del proprio sentire.

Iniziamo così a sviluppare un intuito sano che impara a distinguere ciò che è funzionale da ciò che non lo è, semplicemente imparando ad ascoltarci.
Più siamo in grado di ascoltarci e più arrivano a noi le indicazioni giuste, che molto spesso utilizzano proprio le piante come mezzi di comunicazione.

Per questo è importante cogliere i messaggi che incrociano la nostra vita quotidianamente ed iniziare ad includere nel nostro viaggio il mondo vegetale, ricco di simboli e indicazioni, che aspettano solo di essere “visti”.

Ascolta l’intervista ad Alessia Macci: La sottile via verso la guarigione

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