cos'è il karma

Oggi la parola “karma” è diventato sempre più di uso comune, ma vediamo in dettaglio qual è il suo significato e come funziona la legge di causa-effetto.

Il significato di karma

Deriva dal sanscrito “karman”, il cui significato è “azione”. Indica l’agire secondo la legge di causa-effetto, in base alla quale ogni azione ha un effetto che a sua volta diviene causa di altri eventi.

Secondo le antiche traduzioni spirituali come l’induismo o il buddismo, il karma influenza e – in definitiva – determina la vita dell’essere umano.

Potremmo dire che rappresenta la memoria delle conseguenze delle nostre azioni, di tutte le vite vissute: il nostro “bagaglio karmico”.

In questo contesto, le buone azioni creeranno karma positivo, le cattive azioni uno negativo. Il karma che viene accumulato condizionerà questa vita e quelle future, fino a che non usciamo dall’infinito ciclo di nascita-morte-reincarnazione (Saṃsāra).

Il karma nelle tradizioni spirituali

Il karman nasce nelle Upanisad vediche (i testi sacri in sanscrito) e diviene un punto cardine della spiritualità orientale.

Nel buddismo influenza il ciclo del Saṃsāra, attraverso le azioni dell’uomo. Significa “azione volitiva”, cioè l’azione che scaturisce dall’intenzione.

E’ il principio secondo il quale un'”azione virtuosa volontaria” genera una rinascita positiva, mentre un’azione “non virtuosa volontaria” produce sofferenza e genera rinascite negative.

Per liberarsi da questo infinito ciclo occorrerà estinguere il proprio debito karmico attraverso azioni virtuose consapevoli.

Nell’induismo il concetto di karma è ancora più radicato e coinvolge tutto l’universo. Nulla sfugge alla legge karmica e l’unica strada da seguire, secondo lo Yoga Sutra di Patanjali (testo fondamentale della spiritualità induista), è attraverso la pratica del Raja Yoga che permette di liberarsi dagli stati dolorosi creati dal karma negativo.

Nei secoli questa antica conoscenza delle leggi universali si è trasmessa in tutto il mondo ed ha permeato la cultura e la filosofia di molti, compreso Rudolf Steiner che nella sua visione antroposofica considera la reincarnazione e la legge di causa-effetto, descrivendo i vari stati di passaggio nel ciclo tra la morte e la rinascita.

Come funziona la legge di causa-effetto

Come abbiamo detto, questa è una delle leggi universali secondo la quale ogni azione genera una conseguenza, per cui ogni causa ha un effetto e ogni effetto ha una causa.

Questa non è un’idea o una filosofia a cui credere o meno; la legge di causa-effetto ci spiega come funziona questo piano di esistenza.

Secondo la legge karmica esiste quindi una connessione tra gli eventi della vita, che sono appunto condizionati dal tipo di azioni che abbiamo fatto.

Per dirla in altre parole, gli eventi della nostra vita sono influenzati dal nostro karma, ovvero dalla conseguenza delle nostre azioni.

Quindi ogni nostra azione genera un effetto che a sua volta diventa la causa di altri eventi e così la ruota infinita continua a girare.

Ora, questo ci dovrebbe far riflettere…e dovremmo farci alcune domande:

Quando accade un evento spiacevole nella nostra vita, come reagiamo? Ci domandiamo: come mai ho creato questo? Oppure pensiamo che sia il caso, il destino o colpa degli altri!?

Se sono diventato consapevole di tutto questo, mi domanderei: quali sono le azioni che hanno portato nella mia vita questa realtà? Cosa posso fare per cambiarla?

Le tipologie del Karma

Prima di continuare, approfondiamone velocemente le diverse ramificazioni:

1. Karma nella vita attuale: è causato in questa vita, alcune delle cui conseguenze si sperimentano anche in questa vita.

2. Karma antico: è accumulato da molte vite, comprese vite antiche, che si sta elaborando in questa vita.

3. Karma genetico: è imposto dalla genetica e dall’ereditarietà, a causa di un contratto di incarnazione spirituale con i propri genitori e lignaggio. Questo è orientato verso predisposizioni ereditarie di salute o psicologiche.

4. Karma individuale: è positivo o negativo e riguarda una singola persona.

5. Karma familiare: è collettivo, positivo o negativo, viene sperimentato dalla famiglia.

6. Karma di gruppo: è collettivo con altri gruppi di persone, diversi dalla famiglia.

7. Karma delle affinità:colpisce la persona proveniente dalle sue affinità come carriera, società, cultura o religione.

8. Karma nazionale: riguarda una nazione o un paese e colpisce le persone all’interno di questi. Ciò include condizioni di salute, livelli di stress, condizioni finanziarie ecc.

9. Karma dell’umanità: riguarda l’umanità come essere organico intero e come uno dei Regni del pianeta.

10. Karma di condivisione dei difetti: chiamata “legge della condivisione del male” dal Santo Maestro Djwhal Khul, un Sacro Maestro tibetano, come menzionato nei libri di Alice Bailey.

(Fonte: “Higher Science of Longevity” di Master Del Pe)

Conoscere il proprio karma

In questo momento forse ti stati domandando: ma insomma io ho un karma positivo o negativo?

Vediamo come trovare una riposta.

Abbiamo compreso che attraverso le nostre azioni accumuliamo karma positivo o negativo, ma non dobbiamo soffermarci solo sull’azione in sé. Dobbiamo considerare l’intento che sottende le nostre azioni, ovvero la consapevolezza che c’è dietro.

Facciamo un esempio pratico: se nelle vite precedenti ho maltrattato consapevolmente le donne, in questa vita ne pagherò le conseguenze, magari avrò difficoltà di relazione o sarò sottomesso da un donna.

Allo stesso modo possiamo creare karma positivo, come nel famoso aneddoto sul Buddha dove si racconta la storia del capitano di un vascello che uccise un uomo per salvare l’equipaggio, permettendogli così di accumulare “crediti karmici” tali da consentirgli nella vita successiva di diventare quello che conosciamo oggi come il Buddha.

Ma attenzione, non si tratta di una punizione o un riconoscimento divino, è semplicemente una legge universale.

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Per conoscere meglio il proprio karma dobbiamo:

  • osservare la nostra condizione attuale;
  • indagare interiormente (o con alcune tecniche) per scoprire le cause dei nostri disagi e sofferenze;
  • trasformare consapevolmente abitudini e atteggiamenti disfunzionali per la nostra vita.

Come creare un “buon karma”

Bene, ora che abbiamo capito meglio questa legge, come possiamo in concreto ripulire il karma negativo?

Il percorso di ogni anima è unico, per cui meglio di te non lo sa nessuno, tuttavia il maestro, che prima di te ha fatto la strada, potrebbe darti alcune indicazioni preziose.

Ora ti indico alcuni aspetti sui quali porre attenzione per creare un karma positivo.

  1. Attiva l’osservatore interno – osserva le tue azioni e ancor prima i tuoi pensieri dall’esterno, cercando di avere uno sguardo attento e neutrale.
  2. L’intenzione dietro la tua azione fa la differenza – l’intento che muove la tua azione è il focus sul quale mettere attenzione.
  3. Esegui ogni azione in presenza, per il bene tuo e il bene comune.
  4. Ricorda che gli altri sono specchi di te stesso che ti aiutano a comprendere chi sei.
  5. Sviluppa un atteggiamento positivo verso te stesso e la vita e impara a gestire il tuo mondo interiore.

Puoi aiutarti a ripulire il tuo karma anche con alcune tecniche:

  1. Meditazione: lo strumento principale per rientrare in profonda connessione con te stesso.
  2. ThetaHealing: una tecnica molto utile per andare a lavorare sui traumi e blocchi inconsci del passato e delle vite precedenti.
  3. Reiki: una tecnica per ripulire il campo energetico e le memorie energetiche.

Risorse utili

Il Labirinto del Karma Il Labirinto del Karma

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Le Leggi del Karma Le Leggi del Karma

Goswami KriyanandaCompralo su il Giardino dei Libri
Reincarnazione e Karma Reincarnazione e Karma

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2 Commenti

  1. Salve e un piacere, mi chiamo giosuè, e vorrei un consiglio, di come sbloccarmi del karma negativo, mi spiego, nella vita ho fatto cose buone e cose non buone, ma col passare gli anni sono cambiato moltissimo, ma mi sento sempre bloccato e non riesco più ad essere positivo, e quindi tutto quello che faccio con tantissimi sacrifici ma va sempre male, fino a tal punto ke mi sento , vome intrappolato
    in me stesso e questo mi fa sentire sfigato, brutto e insicuro di me stesso, a tal punto ke mi sono rinchiuso , in me stesso..come posso fare? Non vorrei più sentirmi stressato afflitto e specialmente ansioso fi tutto..colgo l’occasione per ringraziarvi.

    • Ciao Giosuè, posso solo consigliarti di portare consapevolezza in ciò che accade e lavorare su di te. Potrebbe essere un processo lungo, non ti attaccare al risultato.

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