S: Come sempre diciamo, la malattia e la guarigione sono dinamiche che avvengono prima interiormente o su altri piani, ci parli di queste dinamiche?

La domanda che bisognerebbe porci è: perché voglio guarire? E soprattutto a cosa mi espongo se io guarisco? Che cosa perdo se io guarisco?

A livello inconscio sappiamo che si muovono una serie di argomentazioni che in realtà avvalorano la presenza della malattia, quindi è come se ci fosse costantemente dentro di noi una parte che vuole guarire e una parte che resiste alla guarigione. 

E’ per questo che un’altra domanda da farsi è: quando posso definirmi effettivamente guarito ? 

Quando scompaiono i sintomi per esempio, oppure la guarigione è qualcosa che va più in profondità? 

Dobbiamo andare a sbloccare degli aspetti che sono più profondi, in un luogo dentro di noi dove abitualmente non andiamo. 

Oggi vorrei portare la mia esperienza e qual è stato il vero significato di guarigione per me.

Nella mia esperienza guarire è significato incarnare quello che sono, a discapito delle aspettative degli altri .

E questo ha a che fare molto con la dinamica della  dipendenza. spesso una malattia o un sintomo arrivano proprio per farci staccare, sempre se lo permettiamo, dalle dinamiche collegate alla dipendenza.

La malattia prima di manifestarsi sul corpo fisico nasce molto spesso nel corpo causale e ha a che fare anche con tutta una serie di tematiche che riguardano la nostra incarnazione, il perché noi siamo venuti qui, in questo corpo e in questo periodo storico. 

Qual è il messaggio che attraverso la nostra guarigione dovremmo portare agli altri? 

Quando perdiamo di vista il nostro scopo della vita, perdiamo di vista il nostro processo di guarigione. 

Non sempre, ma molto spesso è necessario che si manifesti qualcosa di molto forte, come una malattia, per rimetterci sul nostro binario.

S: Quindi la malattia è come se fosse un messaggio che dobbiamo comprendere e che dobbiamo sistemare dentro di noi no, ma volte questo è un processo un po’ complicato. Tant’è che se cerchiamo di risolvere la manifestazione sul piano fisico e non andiamo a lavorare sulla causa, il problema sicuramente si ripresenta nel tempo. 

Questo è quello che dicevo inizialmente, cioè quando avviene la completa guarigione? 

La guarigione avviene su più livelli appunto, ma se io già so che prima di manifestarsi sul corpo fisico la malattia è presente nel corpo causale, posso usare delle tecniche e dei rimedi vibrazionali che permettono di inserire un’informazione capace di generare un cambiamento. 

Purtroppo siamo abituati a voler vedere gli effetti di una terapia o di una guarigione nell’immediato, ma se ciò che io devo apprendere da quella esperienza magari ha a che fare con la pazienza o con la capacità di stare in una condizione di malessere, non posso forzare la guarigione.

Tanto tutto avviene nel momento giusto, cioè riceverò informazioni adeguate alla mia guarigione nel momento giusto. 

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S: Che cosa sono i rimedi vibrazionali nello specifico?

Sono rimedi che utilizzano la parte più sottile della pianta medicinale. Esempi di rimedi vibrazionali sono i fiori di Bach. 

Il Dr. Bach, nella la sua attività di ricerca e connessione con gli spiriti delle piante, è riuscito ad individuare le proprietà più sottili dei fiori e collegarle con le caratteristiche della personalità umana.

Sono molto efficaci e utili nella risoluzione di conflitti emozionali.

Un aspetto molto importante che ci tengo a sottolineare che non andiamo mai a “combattere” qualcosa, ma a fortificare il suo opposto. Ad esempio se devo lavorare la rabbia, vado a fortificare la qualità dell’amore 

Non vado a combattere un sintomo, non vado a combattere un agente patogeno, ma ad inserire un’informazione e ad utilizzare delle sostanze capaci di rinforzare la mia parte sana.

Come dicevo all’inizio abbiamo una parte sana e una parte che resiste nel guarire. Bisogna integrare, senza voler a tutti i costi estromettere quella parte che chiamiamo malata. 

Assumendo dei rimedi vibrazionali la persona farà spontaneamente dei cambiamenti nella propria vita, che magari prima non avrebbe fatto.

Sappiamo dalla naturopatia che il cambiamento di un aspetto del nostro stile di vita, già implica l’avvio di un processo di guarigione. 

Come dico alle persone con le quali faccio un lavoro terapeutico, quando arrivano con un problema, spesso andiamo a lavorare da tutt’altra parte. Apparentemente andiamo in ambiti che sembrano totalmente sconnessi dalla problematica presente ma è proprio questo l’approccio a 360° della medicina olistica.

Altri esempi di rimedi vibrazionali sono gli oli essenziali, che si ottengono attraverso la distillazione in corrente di vapore dove abbiamo un vero e proprio “processo alchemico” che va ad estrarre la parte più “sottile” della pianta. 

I principi terapeutici degli oli essenziali non agiscono solo sul piano fisico, ma hanno degli effetti anche e soprattutto sui corpi sottili.

Per entrare in comunicazione con i corpi sottili basta soltanto avvicinare al naso un olio essenziale e utilizzare il nostro olfatto come canale di comunicazione.

Già da questo contatto possiamo diventare in grado, nel tempo e allenandoci, di stabilire un contatto più profondo con queste parti di noi che non sono visibili.

La connessione con questi aspetti dentro di noi è già l’avvio di un processo di guarigione, ma ripeto devo sapere che cosa sono disposto a perdere! 

Cose che magari hanno a che fare con la mia “natura inferiore”, ad esempio con gli attaccamenti.

Dobbiamo abituarsi in qualche modo a lasciare che le cose accadano attraverso la fiducia che è una qualità indispensabile a mio avviso per la guarigione.

Affinché la guarigione avvenga quindi dobbiamo iniziare a sentire dentro di noi la fiducia nelle nostre capacità.

S: il principio del rimedio sottile mi ricorda anche l’omeopatia, che sicuramente è un argomento che avrai approfondito…

Si, come sappiamo anche i rimedi omeopatici vanno ad innescare questi processi di trasformazione sottile di cui parlavamo. 

Esistono dei rimedi omeopatici che vanno a lavorare sul sintomo durante la fase acuta e altri che invece lavorano sulle memorie più profonde, come quelle collegate al karma. 

Chi ha utilizzato già l’omeopatia, sa che inizialmente si può verificare una crisi dil peggioramento, la cosiddetta crisi di guarigione iniziale. Questo avviene perché abbiamo bisogno di portare a livello di coscienza qualcosa in quel momento che rappresenta il campo di disturbo. 

Spesso può essere un’emozione che  facciamo fatica ad ascoltare, quindi il rimedio in quel momento ci mette in contatto con quelle emozioni e proviamo un malessere che ci predispone alla guarigione.

L’omeopatia fa parte della medicina vibrazionale proprio per questo: perché non va a sopprimere quello che invece vorrebbe manifestarsi.

Quindi possiamo dire che il processo della malattia stessa è un processo di guarigione e di evoluzione.

Ogni parte del corpo che si ammala ha un messaggio preciso e specifico per noi, che nel processo di lavoro su noi stessi è importante comprendere. 

Come dicevamo prima, dobbiamo essere disposti a vedere delle parti di noi che non ci piacciono, per essere appunto integrate. 

Tornando agli oli essenziali, ad esempio ci possono aiutare ad integrare le parti di noi che non amiamo.

S: Come possiamo utilizzarli per fare questo ?

La cosa secondo me più importante è quella di aprirci alla sperimentazione, quindi avvicinarsi in maniera intuitiva a quelle essenze verso le quali in quel momento sentiamo una forte attrazione.

Anche se non abbiamo una spiegazione razionale del perché ci siamo avvicinati a quell’olio essenziale, probabilmente abbiamo bisogno di entrare in contatto con quel tipo di vibrazione per produrre un effetto dentro di noi.

L’invito è quello di imparare ad ascoltarci, a sentire la nostra voce interiore insomma.

S: quando parliamo di rimedi così sottili, dobbiamo essere molto in ascolto per poter comprendere ciò accade, non è sempre facile, come possiamo fare?

Secondo me è responsabilità del terapeuta fornire alla persona gli strumenti per allenarsi a sviluppare questa sensibilità verso se stesso.

La parte del lavoro più importante è quella di dedicarsi almeno mezz’ora al giorno alla pratica della meditazione, che ti permette di stabilire un contatto più profondo con te stesso.

Trovo molto utile anche annotare su un quaderno quello che avviene a livello corporeo, quindi a livello di sensazioni. 

Un diario di bordo che probabilmente non sortirà alcun effetto immediato, ma nel tempo rappresenterà sicuramente  una cartina al tornasole dell’andamento e ci permetterà di fare da soli dei cambiamenti utili al processo di guarigione.

Così la persona impara da sola a correggersi e ad accettare gli errori, accogliere tutto ciò che arriva come un esperienza di crescita e proiettarsi verso dimensioni più ampie.

Durante la pratica meditativa possono essere utilizzati oli essenziali che aiutano a connettersi con la nostra guida interiore – quello che definiamo il sé superiore – che è la fonte primaria di guarigione.

Posso chiedere al mio se superiore ad esempio di mostrarmi in quel momento che cosa devo fare per avviare questo processo di integrazione.

Se io in quel momento ho bisogno di entrare in contatto con determinate emozioni, magari vivrò un’esperienza capace di farmi sentire un’emozione molto forte dalla quale sono scappata per anni. 

Questo è fondamentale anche e soprattutto in ambito preventivo perché sappiamo che le emozioni non portate a livello di coscienza creano terreno fertile per l’instaurarsi della malattia.

S: che differenza c’è tra un rimedio vibrazionale preparato da te e un prodotto che posso comprare in erboristeria?

I imedi che preparo sono basati sempre sulla persona anche, anche attraverso una sorta di connessione che viene instaurata dal fitopreparatore con la persona che riceverà quel rimedio.

Poi consiglio anche dei prodotti “industriali”, ad esempio per la depurazione del fegato, ma nel processo di guarigione è importante che un rimedio fitoterapico venga fatto “personalizzato” e quindi è necessario che il fitopreparatore entri in connessione tanto con se stesso quanto con la persona che beneficerà del rimedio.

S: in conclusione volevo domandarti – visto il periodo che stiamo vivendo un po’ tutti, vuoi lasciarci con qualche consiglio utile ?

Innanzitutto è importante comprendere che proprio ciò che si spaventa in realtà rappresenta una grandissima opportunità.

Quindi iniziare a percepire le sfide che arrivano come una grande opportunità. 

Io sono stata recentemente sospesa dall’Ordine delle professioni infermieristiche  e  per me è stata una grande opportunità. 

Tornando alla domanda iniziale: che cosa siamo disposti a perdere? 

Ecco, c’è sempre qualcosa che perdiamo ma è la motivazione che ci spinge a fare quella scelta o ad attuare quel cambiamento che altrimenti non avremmo mai fatto.

Invece di avere paura cerchiamo di aprirsi al cambiamento che questo periodo ci mette di fronte.


Per maggiori informazioni su Alessia Macci: www.alessiamacci.it 

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