rapporto denaro genitori

In questo articolo parliamo del nostro rapporto con il denaro e delle possibili correlazioni con il rapporto con i propri genitori.

Premessa

Il denaro è quasi sempre fonte di preoccupazione. Chi ne ha molto teme di perderlo, di investirlo correttamente, di trovare la giusta attività che possa generare una rendita costante che si autoalimenti.

Chi invece ne ha poco ha altri problemi, decisamente più diffusi: bisogna far quadrare il bilancio familiare, arrivare alla fine del mese, risparmiare per esaudire quel desiderio covato da tempo, rinunciare ad una, dieci, cento attività che tanto sogniamo.

Ma anche chi si trova nella terra di mezzo non se la passa poi diversamente: un buon reddito deve essere mantenuto, talvolta ostentato, ci sarà la tentazione di imprese azzardate per vedere il proprio conto in banca moltiplicarsi, ma anche la paura di eventi avversi che potrebbero minare la propria posizione economica.

Naturalmente qui non si vuole generalizzare, ma porre l’enfasi su una determinata questione spinosa: il rapporto con il denaro. Non si parla infatti di soldi in termini assoluti, anche perché non esiste una regola universale.

Ci sono infatti miliardi di persone al mondo che anche disponendo di minime risorse sono serene, allegre e soprattutto non sono ossessionate dall’accumulare ricchezze, viceversa moltissime persone che potrebbero non pensare più ai soldi per diverse vite a venire rimangono intrappolate in una rete di credenze che non le fa mai sentire soddisfatte.

Quindi in primo luogo si può parlare di atteggiamento mentale nei confronti del denaro. 

Come ci relazioniamo ai soldi

Sarà anche banale e scontato, ma le lenti attraverso cui osserviamo il tema del denaro provengono dalla famiglia/società/cultura di appartenenza. In termini macroscopici è facile osservare come a culture differenti appartengono differenti attribuzioni di significato in merito.

Tradizionalmente ai paesi occidentali viene associata questa visione di individualismo, capitalismo, denaro come indice di valore, di status quo. Vengono narrate e glorificate le storie dei self-made man, cioè quanti che partendo dal basso si sono fatti strada in questo mondo complesso, il denaro viene associato ad una condizione di successo e viene utilizzato come metro di misura del valore di una persona.

Altre culture invece hanno una visione meno verticale e gerarchica della società, in cui valorizzando lo spirito di gruppo cambia anche il significato attribuito al denaro, intendendolo come una risorsa per la collettività. In genere questa visione veniva attribuita ai popoli “orientali” o a visionarie minoranze sparse qua e là nel mondo.

Certo, la globalizzazione ha appiattito queste differenze ma è anche vero che esistono sempre più realtà che hanno smesso di credere alla favola della crescita infinita e del soldo come metro di misura del valore di un uomo.

Se entriamo più nel dettaglio appare evidente come la famiglia di origine giochi un ruolo cruciale nel plasmare la modalità attraverso cui un individuo si rapporta al tema. Nascere in una famiglia con difficoltà economiche creerà un condizionamento negativo nei confronti del denaro, cioè il bambino assimilerà un concetto di difficoltà collegato al denaro.

Poi, in base al proprio temperamento, quel bambino di allineerà alla visione della famiglia arrendendosi alla possibilità di una risalita nella scala sociale o diventerà ossessionato per liberarsi da quelle umili origini, ma ad ogni modo avrà un rapporto con il denaro che nasce distorto in partenza.

Viceversa, nascere in famiglie che dispongono di grandi quantità di denaro permette al bambino di leggere altre dinamiche, magari legate al successo, alla facilità d’impresa, al denaro come strumento per raggiungere i propri obiettivi e comunque la sua infanzia non sarà segnata dal tema del sacrificio legato al denaro.

Avrà magari altri motivi per odiare il denaro, come ad esempio il fatto di avere un genitore assente per via degli impegni lavorativi, ma la sua visione non sarà distorta nella difficoltà di ottenere questi soldi.

Lealtà familiare

Collegati al tema dello scorso paragrafo, ci sono altri aspetti più sottili da tenere in considerazione: anche se siamo degli adulti maturi, lavoratori, impegnati e desiderosi di mettere su una famiglia in un clima di sicurezza economica, abbiamo la forte probabilità di rimanere incastrati in qualche promessa inconscia partorita nella mente innocente di un bambino.

Molto spesso infatti, sia per lealtà familiare o per sensi di colpa più o meno inconsci, ad un livello superficiale desideriamo con tutto il nostro essere di vivere nell’abbondanza, ma nel profondo ci leghiamo a promesse tipo: se i miei genitori hanno sofferto e hanno vissuto nella difficoltà economica, io non posso ottenere più di loro. Chi sono io per poter vivere una vita più facile di quanto non l’abbiano vissuta i miei genitori?

Promesse che a loro volta hanno appreso questa visione dai nonni, poi dai bisnonni e così via. In questo caso entrano in gioco meccanismi proiettivi, retaggi familiari poco evidenti ma che continuano a lavorare nel nostro subconscio, creando non poche perturbazioni alla nostra soddisfazione economica.

Responsabilità  e denaro

Vi è poi un altro fattore determinante in questo processo: ad un aumentare della propria disponibilità economica aumenta la responsabilità che abbiamo nei confronti di noi stessi, della famiglia e del mondo intero.

Tante persone mancano la propria ricchezza proprio per il peso che comporta questa responsabilità. Così, inconsciamente, si preferisce vivere da schiavi nella credenza di essere liberi, piuttosto che andare incontro ad un proprio destino più ampio.

Qui viene enfatizzato ed ingigantito il concetto di vivere da schiavi, ma ad un’analisi più puntuale l’analogia si fa preoccupante. Si lavoro otto ore al giorno, aggiungiamo il tempo di mangiare, dormire, preoccuparsi delle attività quotidianità, quanto tempo rimane per coltivare le proprie passioni, i propri interessi, i propri amori?

La liberà consiste nell’avere qualche ritaglio di tempo durante il corso della settimana, tempo in cui magari siamo ancora stressati dal carico lavorativo o in balia di sintomi più o meno invalidanti a causa di ritmi di vita insostenibili?

Recentemente ho letto una riflessione che mi ha incuriosito e che riporto di seguito. Prima però, c’è da prendersi del tempo per completare la seguente frase. Quali sono le prime parole che vengono in mente?

Il denaro è ………………….

Esistono mille risposte possibili, nessuna è corretta e nessuna è sbagliata. È solo una chiave di lettura che ci permette di osservare il nostro rapporto con il denaro. Per qualcuno sarà un’opportunità, per altri un problema e così via.

La relazione con il denaro e con i genitori

La riflessione è la seguente: il modo in cui ci relazioniamo al denaro è identico al rapporto che abbiamo con la mamma. La madre infatti è la prima dispensatrice di cure, di cibo, che poi altro non sono che una forma naturale di denaro, di abbondanza.

Avere un rapporto sano, sincero, aperto con la mamma ci permette quindi di percepire sempre un’abbondanza di risorse e di conseguenza una serenità che poi si manterrà anche nel rapporto con i soldi.

Viceversa un rapporto conflittuale, di mancanza, di ambivalenza con la propria madre porterà a vedere la vita come sacrificio, come insicurezza, come difficoltà nell’ottenere le cose, quindi a livello psicologico questo si trasformerà in un rapporto complicato con il denaro.

Esempi di questi schemi sono frasi come: “non c’è mai quando ne ho bisogno”, “mi ha sempre abbandonato”, “è presente solo il minimo necessario”. Evidentemente queste frasi vanno bene sia per la mamma che per il denaro.

Superficialmente questo discorso potrebbe stridere, ma invito ad una riflessione più approfondita, credo che sia fonte di molti spunti. 

Passiamo ora al papà. Tradizionalmente il papà è collegato alla forza, alla sicurezza, alla presa di coscienza del proprio valore, quindi in generale al successo.
Se siamo radicati, fiduciosi delle nostre capacità, se ci sentiamo protetti da qualcosa di più grande di noi, di più saggio e sentiamo la sua benedizione, allora sarà più semplice lanciarsi in imprese, affrontare le sfide con determinazione e con la consapevolezza di essere supportati.

Possiamo quindi aspirare sinceramente ad ottenere il tanto agognato successo. La mancanza di questa forza, di questa sicurezza fa crescere bambini fragili, paurosi, che non sentono la propria forza.
Da qui mille ripercussioni sul proprio valore e sulla capacità di prendere il proprio posto nel mondo. Ricordiamo velocemente che una delle cause più frequenti in qualsiasi genere di dipendenza è proprio un rapporto disfunzionale con il padre.

Conclusioni

Ci sarebbero mille altri temi fa affrontare, il discorso è infatti complesso e spinoso. Si parla infatti spesso della legge dell’attrazione, dell’essere ricchi dentro per ottenere ricchezza esteriore, si discute della natura del denaro e del suo rapporto con la spiritualità, giusto per citarne un paio.

In sintesi reputo che il denaro, al pari di tutto il resto, sia pura energia. Di per sé non è positivo, ne negativo.
A volte la sua mancanza può favorire un percorso di crescita e toccare gli aspetti più sottili della nostra vita, in altri casi sarà la sua abbondanza. Non c’è una ricetta universale.

Come già visto altrove, riceviamo ciò di cui abbiamo bisogno in un determinato momento, la vita nella sua intelligenza è sempre perfetta. Quindi se stiamo attraversando delle difficoltà in ambito economico è completamente inutile prendersela con il caso o con il destino.

Può invece tornare utile domandarsi il perché ci stia accadendo un qualcosa nello specifico, quale lezione si nasconde tra le pieghe di una difficoltà, quale credenza dobbiamo ristrutturare per migliorare il nostro rapporto con i soldi o quale relazione dobbiamo aggiustare per risanare l’atteggiamento che abbiamo nei confronti di questa preziosa risorsa.

E’ però necessario utilizzare solo sé stessi come metro di giudizio, il confronto con il mondo esterno e gli altri in genere è inutile. Non sappiamo cosa si nasconde dietro l’apparente successo o disfatta degli altri, non sappiamo quale lezione la vita ha in serbo per chi non conosciamo nel profondo. Quello che possiamo fare è un’attenta e minuziosa analisi della nostra interiorità e scoprire dove ci siamo incagliati.

Quindi… buon lavoro e buona trasformazione!

Risorse utili

Anche i Soldi hanno un'Anima Anche i Soldi hanno un’Anima
Biologia del denaro
Gabriele PolicardoCompralo su il Giardino dei Libri

Se hai trovato interessante questo articolo e ti è stato utile, sostieni Visione Olistica con una donazione. Grazie!

paolo pratico
Psicologo Olistico, da oltre 10 anni mi occupo di benessere con particolare riguardo alle tecniche di rilassamento e alla crescita personale. Rabbia, frustrazione, incapacità di comunicare e disturbi del sonno sono il mio pane quotidiano. Oggi posso finalmente condividere questo straordinario percorso con tutti, perché ogni passo che facciamo è un gesto di amore nei confronti di noi stessi e del mondo che ci circonda.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here