il ritorno alla casa del Padre

Un’interessante lettura esoterica di Salvatore Brizzi della famosa parabola del figlio prodigo tratta dal suo libro “Come la pioggia prima di cadere”.

[..] La roccia e l’albero sono indubbiamente nell’Uno, sono indubbiamente parte del Sé, ma non ne sono coscienti, non sono mai usciti dal sonno profondo, mentre nell’uomo che si illumina accade un evento miracoloso: il Sé diviene consapevolezza di sé.

Affinché l’Uno divenga consapevolezza e non più sonno profondo, è necessario sperimentare – sebbene in maniera fasulla – la separazione dall’Uno stesso, attraverso un io fasullo, l’anima, che “abbandona la casa del Padre” e si mette in viaggio attraverso molte incarnazioni.

L’illuminazione è il “ritorno alla casa del Padre” compiuto dal figliol prodigo.

Nella parabola evangelica il figliol prodigo ha un fratello, che però non si avventura fuori dalla casa del padre, non viaggia per conoscere la materia e quindi non diviene consapevole di sé.

Il risultato è che alla fine della parabola entrambi i fratelli si ritrovano alla casa del padre, ma vi siete mai chiesti qual è la differenza tra i due?
Tutti e due in verità sono l’Uno e sono sempre stati l’Uno, eppure c’è una differenza fondamentale: la consapevolezza acquisita dal figliol prodigo attraverso l’illusoria separazione.

Vi siete mai chiesti perché il ritorno del figliol prodigo viene festeggiato con un grande banchetto, mentre il fratello che è rimasto a casa del padre viene ignorato, e se ne lamenta?
Rifletteteci perché in questa parabola c’è la chiave per spiegare l’universo.

– Tratto dal libro “Come la pioggia prima di cadere” – 

In questo passaggio l’autore ci parla di quella separazione che viviamo da Dio e di come però abbiamo bisogno di questa esperienza per comprendere che in realtà non vi è alcuna separazione.

Il ritorno alla casa del Padre è il percorso di consapevolezza che facciamo per sperimentare ciò che siamo veramente, il Sé – al di là della dualità, qui e ora.

Ti lascio con un video di Salvatore Brizzi – Esiste vita prima della morte? 🙂

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Risorse utili

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Appunti di Non-Dualità
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2 Commenti

  1. La necessità di separarsi dall’Uno per diventare consapevole del proprio Sè manca di logica e buon senso. Vorrebbe dire che quando si è nell’Uno si è inconsapevoli? Se Dio /Uno, il Sè Assoluto è Consapevolezza come possono essere i suoi figli (Scintille Divine) essere non consapevoli di se stesse?

    • Ciao Andrea, qui non c’entra la logica…Per rispondere alla tua domanda ti direi che si può essere inconsapevoli di essere “scintille divine” quando si vive in questa dimensione duale…
      Grazie per il tuo contributo.

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