In questo articolo ti voglio raccontare una fiaba, tratta dal libro “Fiabe per Principesse e Principi inquieti curiosi”: la storia dell’AnimaleNudo.
Le Principesse e i Principi inquieti, ops, curiosi, sono coloro che, mossi da un loro senso di inquietudine, dal voler capire e risolvere sé stessi, hanno scelto di percorrere un cammino verso la comprensione di sé, e di conseguenza verso la comprensione degli altri; hanno imparato – anche giocoforza – ad amare la propria inquietudine, ne hanno trovato e apprezzato gli aspetti vantaggiosi, come la spinta ad osservare, sperimentare, cercare, voler capire, e capire anche che non si può capire tutto. Ma molto si può osservare.
Curiosare e indagare fra i propri meccanismi può essere fastidioso, perché si può andare a scavare in cause poco simpatiche, perché si può scoprire che le nostre azioni derivano da parti sconosciute che agiscono a nostra insaputa, perché possono cadere immagini di noi a cui siamo molto affezionati. Ma può essere molto liberatorio, farci riconoscere risorse dimenticate, sapere che si può prendere e riprendere la partecipazione autentica nella propria vita.
Nelle fiabe di questo libro sia lo svolgersi degli eventi, sia le caratteristiche specifiche degli stessi, sia il finale, non vogliono suggerire quali siano lo svolgimento, le specifiche e il finale ideali, corretti e giusti. Gli elementi hanno funzione di risveglio di risonanze e di riflessioni, per le quali una sola riga può essere sufficiente.
Sommario
L’AnimaleNudo
Una volta, tanto tempo fa, cadde sulla Terra un AnimaleNudo.
Cadde in un Grande Lago, e non si fece male. Si mise a nuotare con i pesci, giocava e scherzava amorevolmente con loro, che erano sinceri e simpatici, e ridevano spesso insieme. Era molto piacevole sentire l’acqua sulla pelle nuda, e muoversi e fluire liberamente nel Grande Lago. L’AnimaleNudo si sentiva molto bene, forse era quasi felice, e così trascorse molto tempo nel Lago.
Un giorno l’AnimaleNudo si guardò intorno, e vide la Riva del Grande Lago: anche la Riva era Grande, c’era una gran quantità di cose belle, alberi, fiori, altri animali, forme diverse, e più lontano, pianure colline montagne, una meraviglia di forme e colori. Allora desiderò andarvi, e si mise a nuotare verso la Riva. “Vado a conoscere cosa c’è sulla Riva! – disse ai Pesci – a dopo!”
Arrivato sulla Riva del Lago, uscì dall’acqua e si fermò sulla sponda, pensieroso sul da farsi. D’altra parte, era la prima volta che cadeva sulla Terra, ed era la prima volta che usciva dal Grande Lago e approdava sulla Riva.
In quel momento passò un branco di Leoni. I Leoni lo videro, rallentarono, lo osservarono, poi si misero a commentare fra di loro. “Avete visto quell’AnimaleNudo? Senza proprio niente addosso? Poveretto, o stupido, ancora non sa che ci vuole un segno per dimostrare il Potere, proprio come noi Leoni che abbiamo la nostra Criniera. Se si farà vedere pari agli Altri, gli Altri non lo rispetteranno, e si approfitteranno di lui. Mah, così com’è, non sopravvivrà di certo!” Poi si allontanarono, sempre parlottando tra loro e ogni tanto si voltavano a guardarlo, scuotendo la testa.
L’AnimaleNudo, che aveva sentito tutto, ci rimase molto male di essere stato criticato e compatito, e un po’ si arrabbiò, ma poi pensò: “I Leoni sono su questo pianeta da molto tempo prima di me, e sicuramente sanno bene cosa bisogna fare e non fare per viverci, sarà meglio seguire il loro consiglio e fare come loro!”
Così si costruì una Corona e se la mise in testa, e iniziò a camminare, allontanandosi un po’ dal Lago.
Dopo un po’ vicino a lui passò un gruppo di Oranghi. Gli Oranghi lo videro, rallentarono, lo osservarono, poi si misero a commentare fra di loro. “Avete visto quell’AnimaleNudo con solo una Corona in testa? Senza proprio nient’altro addosso? Poveretto, o stupido, ancora non sa che ci vuole almeno del Pelo sullo Stomaco per digerire qualsiasi cosa, anche quelle cose che non dovrebbero essere sopportate, proprio come noi che ne abbiamo tanto di pelo e dappertutto. Mah, così com’è, non sopravvivrà di certo!” Poi si allontanarono, sempre parlottando tra loro e ogni tanto si voltavano a guardarlo, scuotendo la testa.
L’AnimaleNudo, che aveva sentito tutto, ci rimase male di essere stato criticato e compatito, e un po’ si arrabbiò, ma poi pensò: “Gli Oranghi sono anche loro su questo pianeta da molto tempo prima di me, e sicuramente sanno bene cosa bisogna fare e non fare per viverci, sarà meglio seguire il loro consiglio e fare come loro!”
E così si procurò una pelliccia e se la incollò ben bene sullo stomaco, e continuò a camminare un po’ più lontano dalla Riva.
Dopo un po’ vicino a lui passò un gruppetto di Istrici. Gli Istrici lo videro, rallentarono, lo osservarono, poi si misero a commentare fra di loro. “Avete visto quell’AnimaleNudo con solo una Corona in testa e un po’ di Pelo sullo Stomaco? Senza proprio nient’altro addosso? Poveretto, o stupido, ancora non sa che bisogna difendersi in tutte le direzioni, farsi vedere pericolosi, proprio come noi che abbiamo gli aculei acuminati, disposti in modo da poter difenderci alle spalle e non farci avvicinare dagli altri, e li spariamo a chi si avvicina troppo. Così com’è, non sopravvivrà di certo!” Poi si allontanarono, sempre parlottando tra loro e ogni tanto si voltavano a guardarlo, scuotendo la testa.
L’AnimaleNudo, che aveva sentito tutto, ci rimase male di essere stato criticato e compatito, e un po’ si arrabbiò, ma poi pensò: “Gli Istrici sono anche loro su questo pianeta da molto tempo prima di me, e sicuramente sanno bene cosa bisogna fare e non fare per viverci, sarà meglio seguire il loro consiglio e fare come loro!”
E così si costruì un’armatura con delle punte, che lo copriva da ogni parte, specialmente dove non poteva guardare, per non farsi avvicinare troppo, e continuò a camminare.
Dopo un po’ vicino a lui passò un branco di Tigri. Le Tigri lo videro, rallentarono, lo osservarono, poi si misero a commentare fra di loro. “Avete visto quell’AnimaleNudo con solo una Corona in testa e un po’ di Pelo sullo Stomaco e una ridicola Armatura a Punte? Senza proprio nient’altro addosso? Poveretto, o stupido, ancora non sa che bisogna spaventare e ferire gli altri, e prima che siano gli altri a spaventarti e colpirti, come facciamo noi ruggendo, e con le nostre paurose zanne taglienti. Se lo vedranno disarmato, gli Altri lo colpiranno per primi. Così com’è, non sopravvivrà di certo!” Poi si allontanarono, sempre parlottando tra loro e ogni tanto si voltavano a guardarlo, scuotendo la testa.
L’AnimaleNudo aveva sentito tutto, e ci rimase male di essere stato criticato e compatito, e un po’ si arrabbiò, ma poi pensò: “Anche le Tigri sono su questo pianeta da molto tempo prima di me, e sicuramente sanno bene cosa bisogna fare e non fare, sarà meglio seguire il loro consiglio!”
E così si costruì spade e dei coltelli affilati, se li appese all’armatura, e allenò la voce in modo che risuonasse forte e minacciosa, e continuò a camminare.
Dopo un po’ vicino a lui passò un gruppo di Pangolini. I Pangolini lo videro, rallentarono, lo osservarono, poi si misero a commentare fra di loro. “Avete visto quell’AnimaleNudo con solo una Corona in testa e un po’ di Pelo sullo Stomaco, una ridicola Armatura che spara Punte e qualche Coltello, con un gran Vocione? Senza proprio nient’altro addosso? Poveretto, o stupido, ancora non sa che bisogna nascondere le parti deboli e vulnerabili, specialmente vicino al cuore, come facciamo noi, che abbiamo una corazza robusta e liscia, dove non si attacca nulla, e che ci fa arrotolare su noi stessi, così ci chiudiamo, non sentiamo più nulla e diventiamo un blocco inattaccabile e inaccessibile. Se lo vedranno troppo aperto, compassionevole e sensibile, gli Altri lo colpiranno nei punti fragili. Così com’è, non sopravvivrà di certo!” Poi si allontanarono, sempre parlottando tra loro e ogni tanto si voltavano a guardarlo, scuotendo la testa.
L’AnimaleNudo aveva sentito tutto, e ci rimase male di essere stato criticato e compatito, e un po’ si arrabbiò, ma poi pensò: “Anche i Pangolini sono su questo pianeta da molto tempo prima di me, e sicuramente sanno bene cosa bisogna fare e non fare, sarà meglio seguire il loro consiglio!”
E così si costruì una corazza liscia anche per il petto, si abituò a chiudersi lì ben bene, e a nascondere il cuore, e continuò a camminare.
Dopo un po’ vicino a lui passò un branco di Iene. Le Iene lo videro, rallentarono, lo osservarono, poi si misero a commentare fra di loro. “Avete visto quell’AnimaleNudo con solo una Corona in testa, un po’ di Pelo sullo Stomaco, una ridicola Armatura che spara Punte, qualche Coltello e con un gran Vocione, che cammina tutto Curvo su sé stesso? Senza proprio nient’altro addosso? Poveretto, o stupido, ancora non sa che bisogna sempre ridere a crepapelle sulle disgrazie proprie e altrui. Se gli Altri lo vedranno provare dolore e piangere, lo tratteranno male, gliene faranno una colpa, perché a loro stessi è stato proibito piangere, e se ne approfitteranno per avere i loro vantaggi. Così com’è, non sopravvivrà di certo!” Poi si allontanarono, sempre parlottando tra loro e ogni tanto si voltavano a guardarlo, scuotendo la testa.
L’AnimaleNudo aveva sentito tutto, e ci rimase male di essere stato criticato e compatito, e un po’ si arrabbiò, ma poi pensò: “Le Iene sono anche loro su questo pianeta da molto tempo prima di me, e sicuramente sanno bene cosa bisogna fare e non fare, sarà meglio seguire il loro consiglio! Anzi, sono capitate a proposito, visto che comincio a sentire qualche dolorino con tutta questa roba addosso, meglio riderci sopra!”
E così iniziò a ridere e ridere, anche se stranamente non si sentiva felice come quando rideva coi Pesci del Lago, ma cambiò pensiero e continuò a camminare.
Dopo un po’, passò un gruppo di Pavoni, con la Coda a Ruota bella aperta. I Pavoni lo videro, rallentarono, lo osservarono, poi si misero a commentare fra di loro. “Avete visto quell’AnimaleNudo con solo una Corona in testa, un po’ di Pelo sullo Stomaco, una ridicola Armatura che spara Punte, qualche Coltello e con un gran Vocione, che cammina tutto Curvo su sé stesso e che Ride da solo? Senza proprio nient’altro addosso? Poveretto, o stupido, ancora non sa che bisogna farsi ammirare, farsi invidiare, farsi desiderare, stupire. Con una tale ammirazione degli Altri, gli Altri lo considereranno il loro capo, e se lui sarà sempre attraente, non dovrà usare la forza. Così com’è, non sopravvivrà di certo!” Poi si allontanarono, sempre parlottando tra loro e ogni tanto si voltavano a guardarlo, scuotendo la testa.
L’Animale Nudo aveva sentito tutto, e ci rimase male di essere stato criticato e compatito, e un po’ si arrabbiò, ma poi pensò: “Anche i Pavoni sono su questo pianeta da molto tempo prima di me, e sicuramente sanno bene cosa bisogna fare e non fare, sarà meglio seguire il loro consiglio”, e così si ornò con Piume Preziose, prese un atteggiamento superiore, e continuò a camminare.
Dopo un po’ vicino a lui passarono alcune Giraffe. Le Giraffe lo videro, rallentarono, lo osservarono, poi si misero a commentare fra di loro. “Avete visto quell’AnimaleNudo con solo una Corona in testa, un po’ di Pelo sullo Stomaco, quella ridicola Armatura che spara Punte, qualche Coltello, con un gran Vocione e che Ride da solo, e tutto brillante di Piume? E che guarda tutto dal suo metro e mezzo di altezza? Poveretto, o stupido, ancora non sa che bisogna essere più in alto di tutti, e stare all’erta, per controllare e per fare in modo che tutti ti guardino dal basso, così come noi che siamo gli Animali più alti di tutti. Così com’è, non sopravvivrà di certo!” Poi si allontanarono, sempre parlottando tra loro e ogni tanto si voltavano a guardarlo, scuotendo la testa.
L’AnimaleNudo aveva sentito tutto, e ci rimase male di essere stato criticato e compatito, e un po’ si arrabbiò, ma poi pensò: “Pensavo ormai di aver imparato tutto quello che c’era da imparare, ma d’altra parte le Giraffe sono anche loro su questo pianeta da molto tempo prima di me, e sicuramente sanno bene cosa bisogna fare e non fare per vivere su questo pianeta, sarà meglio seguire il loro consiglio!”
E allora si costruì un Palazzo altissimo e si mise proprio in cima, così tutti per guardarlo dovevano guardare dal basso verso l’alto, e non continuò a camminare, perché aveva ormai un gran peso addosso, e comunque aveva il Palazzo dove stare.
“A questo punto, ho seguito i consigli di tutti gli esperti della vita su questo pianeta, visto che ci vivono da tanto tempo, quindi ora dovrei essere a posto!” pensò soddisfatto l’AnimaleNonpiunudo, passando in rassegna tutte le sue attrezzature e tenendole in ordine e funzionanti.
Passò il tempo, e l’AnimaleNonpiunudo si sentiva un po’ solo. Poi nei pressi del suo Palazzo iniziarono ad arrivare altri AnimaliNonpiunudi, anch’essi equipaggiati di attrezzature di ogni tipo. Gli AnimaliNonpiunudi così iniziarono a parlare e a fare conoscenza, anche se, visto che erano dotati più o meno di attrezzature simili, le relazioni e i contatti erano spesso difficili, e bisognava fare mille manovre per non ferirsi a vicenda.
A volte capitava che passasse di lì un AnimaleNudo, e gli AnimaliNonpiunudi subito si curavano di mostrargli e pubblicizzargli le varie attrezzature, convinti che fossero proprio indispensabili per sopravvivere.
Tuttavia, il nostro AnimaleNonpiunudo si sentiva solo e infelice lo stesso, nonostante si fosse ormai costituito un paese di Palazzi e di AnimaliNonpiunudi. Ci rideva sopra, come aveva imparato a fare, ma un giorno che si era dimenticato di riderne, gli venne un pensiero strano: “E se andassi a cercare altri AnimaliAncoraNudi, se tornassi a quel Lago da cui sono uscito?”
Così partì, si diresse verso il Lago, e un giorno incontrò proprio un AnimaleNudo come lui, o almeno come era lui una volta. Sentì un moto di felicità. “Finalmente, un AnimaleNudo, un mio simile!” pensò. Entusiasta, si slanciò verso di lui, chiamando a gran voce “Eccomi eccomi, AnimaleNudo, amico, sono come te! Stiamo insieme!”
Ma quello, vedendolo, subito lo bloccò. “Aspetta. Che cosa dici? Ma che animale sei? Forse una volta eri un AnimaleNudo, ma adesso… cosa ti è successo? Chi sei? Non lo sei più. O forse lo sei sotto sotto, ma non si vede, non si capisce”.
“Lo sono, lo sono, e mi sento solo! Non sapevo cosa fare, non conoscevo nulla della Terra. Anche se all’inizio avvertivo una specie di forzatura, dopo mi è sembrato come logico e naturale adattarmi ai comportamenti che vedevo negli altri Animali, mi dava fastidio sentirmi inadeguato, insicuro, escluso… ma poi, credo di non essere più riuscito a capire cosa mi faceva veramente bene e cosa mi faceva male, e mi è tornato quel senso di forzatura…”.
“Ti credo – rispose l’AnimaleNudo – ma come facciamo a stare insieme se io sono nudo senza nulla addosso, e tu sei tutto coperto di punte e coltelli? Se mi avvicinassi a te, mi faresti male, anche se non vuoi. Tu qui non riusciresti a nuotare con tutto quel peso, e io non voglio venire nel tuo regno, io sto bene a nuotare nei Laghi. Così come sei equipaggiato, tu nel Lago affonderesti subito, mi dispiace”. E così dicendo lo salutò e si allontanò.
“Ah, che immenso dolore, ah, che grande delusione! Dopo tutto questo viaggio! – si disperò l’AnimaleNonpiunudo – Forse è meglio se torno al mio Palazzo, che ho tanti lavori da sbrigare, e quando lavoro non ho tanti pensieri… sì, è molto meglio, tanto non riuscirò mai più a essere un AnimaleNudo e a frequentare AnimaliNudi e poi ci sono sempre i rischi di cui avevano parlato i Leoni, le Tigri, gli Istrici, e tutti gli altri. In effetti, se penso agli Animali che conosco ora, che si sono stabiliti vicino al mio Palazzo, si comportano tutti in quel modo”.
E così si voltò e si incamminò per tornare al suo Palazzo, ma alla notte, quando si fermava per dormire, nei sogni vedeva il Lago nel quale era caduto tanto tempo prima, i suoi riflessi azzurri e dorati, la freschezza delle acque… e così al mattino si rincamminava verso il Lago, e poi durante il giorno ci ripensava e ritornava ancora verso il suo Palazzo, avanti e indietro, avanti e indietro…
Questo andirivieni era una gran fatica, e così l’AnimaleNonpiunudo pensò di togliersi di dosso qualche pezzo del suo equipaggiamento, sia per camminare più leggero, sia con la speranza che l’AnimaleNudo, vedendo che era meno equipaggiato, volesse stare in sua compagnia.
“Allora, vediamo cosa posso togliere, questo no, quest’altro no… vediamo, proviamo con questo qui… ahi ahi!!! Che male! Dovrò togliere un pezzettino per volta! Ahi ahi! Ma questo pezzo si è incastrato, ha fatto le radici sotto la pelle! Ahi ahi! Ma quest’altro non si stacca, ma che colla potente ho usato, chi l’avrebbe mai creduto? Ho fatto una fatica enorme a costruirmi tutto questo equipaggiamento, e a farmelo piacere, e adesso mi aspetta un’altra enorme fatica per togliere e demolire tutto quanto! Ce la farò? In effetti, quando mi libero un lembo di pelle, sento un senso di piacere che avevo dimenticato, e che desidero di nuovo, e pensare di non riuscire ad essere più quell’AnimaleNudo che nuotava felice con i pesci nel Lago, mi addolora profondamente.
Ma… ho una gran paura di liberarmi, e anche sono preoccupato di cosa mi succederà quando dovessi tornare al mio Palazzo come AnimaleNudo… cosa sarà di me? Cosa mi diranno? Oh, non so proprio come fare… forse è meglio che non torni più al mio Palazzo. Se penso all’AnimaleNudo che ero, e a come sono diventato… mi sono attrezzato così tanto, che non trovo più le qualità che erano proprio le mie”.
Così l’AnimaleNonpiunudo, alla fine di tutti questi pensieri, decise che sarebbe andato almeno a vedere il Lago.
Quando arrivò, si sedette sulla riva, e un’onda gli bagnò i piedi. Allora l’attrezzatura che gli copriva i piedi si ammorbidì, e l’AnimaleNonpiunudo, lavorando un po’ fra laccetti, fibbie, ganci e cinghie, riuscì a liberarseli e a entrare nell’acqua coi piedi nudi. L’acqua del Lago fluttuava accarezzando la pelle, e sotto la pianta dei piedi, la sabbia e i sassolini facevano solletico. “Com’è fredda l’acqua, ma che meraviglia!” si disse, un po’ felice, l’AnimaleCoiPiediNudi.
Scheda
Fase 1 – Risonanze
Considerando gli inviti sotto esposti, scrivi o appunta ciò che hai riconosciuto e osservato.
Ti invito a rispondere in prima persona, attraverso la tua personale risonanza, evitando il soggetto impersonale o del tu/noi generico, anche se si tratta di esperienze in cui sei stato spettatore.
- Riconosco nella fiaba gli elementi per me significativi, che risuonano con esperienze mie e il mio vissuto. Osservo le emozioni che ho provato, e se si tratta di emozioni piacevoli o fastidiose. Scrivo o appunto quello che ho riconosciuto e scoperto.
- Riconosco nella fiaba gli elementi che, pur non corrispondendo a esperienze mie personali, considero comunque significativi e mi fanno riflettere. Scrivo o appunto quello che ho riconosciuto e scoperto.
- Riconosco qual è stata la mia sensazione complessiva della fiaba, se mi sembra che nella fiaba ci siano uno o più messaggi o temi particolari, utili, interessanti. Scrivo o appunto quello che ho riconosciuto e scoperto.
Fase 2 – Indagine Indirizzata
Considera le seguenti domande o affermazioni, e osserva se ci sono altre risonanze, o altri motivi di riflessione. Scrivi o appunta ciò che è scaturito.
- Gli AnimaliNonpiunudi cercano di convincere gli Animali Nudi a fornirsi delle attrezzature.
- Un giorno l’AnimaleNonpiunudo si dimentica di ridere della sua situazione.
- L’AnimaleNonpiunudo, mentre sta tornano verso il Lago, incontra un AnimaleNudo. A cosa ti fa pensare il loro dialogo?
- Dopo l’andirivieni, e dopo tutti i ripensamenti, l’AnimaleNonpiunudo fa un primo reale passo, mette i piedi nell’acqua.
- Prova a immaginare che passino altri branchi di Animali mentre, alla fine, l’AnimaleNonpiunudo si bagna in piedi nel lago. Cosa potrebbero dire, in quel momento, di lui, di come poi potrebbe sopravvivere sul pianeta?
- Hai mai incontrato branchi di Animali che ti hanno criticato e compatito? Cosa hai provato? Hai mai accettato le convinzioni di branchi di Animali esperti della vita su questo pianeta? Hai fatto parte di tali branchi di Animali?
Fase 3 – Riepilogo
Rifletti e scrivi:
- Come mi sono sentito in questo processo? Ho scoperto qualcosa di nuovo? Mi è stato utile per riflettere sui miei punti di vista, o per altro?
- Quale altra domanda aggiungerei, in relazione a questa fiaba?
Risorse utili
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Diciamo che fa riflettere molto sulla vita e di come tante volte siamo noi stessi ad appesantirci quando la vita potrebbe essere anche molto più semplice.