beatrice venezi
Beatrice Venezi

In questo articolo ti riporto un breve estratto dal libro di Salvatore Brizzi “Io sono il padrone della mia anima”, in uno dei primi dialoghi con la sua maestra spirituale Victoria Ignis.

Come dice l’autore: “Sono parole che entrano in voi e iniziano a lavorare nel tempo finchè non ottengono l’effetto per cui sono state create”.

Queste parole hanno la forza e il potere di trasformare alchenicamente la tua vita!

Ecco un estratto delle prime conversazioni con Victoria Ignis che ci spiega come il mondo esterno non è altro che un riflesso di noi stessi.

Il mondo che ci appare così ingiusto e che tanto combattiamo, pensiamo sia separato da noi, ma in realtà questa è la più grande illusione.

Dal libro:

“Tu stai idolatrando un mondo esterno a te, che credi abbia un potere infinito su di te. Lo Stato, la religione, la medicina, la scienza, i banchieri, il datore di lavoro… per te sono come forze della natura, come gli uragani e i terremoti; forze che alcune volte accetti e altre volte rifiuti e combatti con tutte le tue forze, ma che in ogni caso consideri più potenti di te.

Con il solo atto di combatterle assegni loro un potere che non hanno. Quando l’operaio lotta contro il padrone, il padrone ha già vinto, perché è stato riconosciuto come tale. Ricorda: solo uno SCHIAVO lotta per liberarsi da un PADRONE, che si parli di un’azienda o di uno Stato.

L’opinione pubblica crede che un popolo possa essere dominato da un dittatore o da una élite di oppressori (come accade in questi tempi). Come conseguenza odia gli oppressori, teme il ritorno d’un dittatore e insegna ai propri figli a individuare e ostacolare chiunque dimostri di possedere il ‘carattere del comando.

Ma, come di consueto, la folla si sbaglia e, come un arciere cieco, dirige la sua paura e talvolta la sua rabbia verso gli obiettivi sbagliati. Comprendi che una élite finanziaria può asservire intere nazioni solo perché la maggior parte dei cittadini possiede la psicologia della schiavitù.

Anche chi si rivolta, in verità sta attestando d’essere schiavo, poiché solo chi ammette l’esistenza d’un padrone, lotta per la libertà. Per cui è dagli schiavi che devi guardarti, non dai padroni. È la psicologia dei sottomessi che va combattuta, attraverso un’educazione totalmente nuova, dove a insegnare non sono più altri schiavi, mentre è inutile accanirsi contro quei pochi che comandano.

La soluzione sta nella liberazione verticale, non in quella orizzontale. Se sarai riuscito a educare un popolo a contattare la sua anima, questo scoprirà la sua dignità di essere invincibile. Se non ci saranno più piegati, gli oppressori saranno costretti a farsi la guerra tra loro.

Ogni vittoria dello schiavo/suddito/dipendente non può che essere parziale e provvisoria. La storia lo dimostra in maniera chiara: come conseguenza di certe lotte, apparentemente sembra che lo schiavo abbia conquistato qualcosa, ma se non c’è stata anche una trasmutazione della sua anima, una liberazione sul piano psicologico, prima o poi perderà ciò che pensava di aver conquistato… e anche di più.

Che un operaio abbia vinto una battaglia non ha importanza, perché ha perso la sua guerra: è rimasto un operaio. Chi lo sfrutta è contento anche quando viene temporaneamente sconfitto, perché sa che in questo modo ha comunque rafforzato nell’operaio la convinzione di essere un operaio, ed è questo che conta, non il fatto che vinca o perda.

In questo modo, i rispettivi ruoli restano sempre tali. Il padrone può concedersi di perdere una battaglia di tanto in tanto, perché sa che così sta vincendo la guerra… che è sempre una guerra psicologica, una guerra di ruoli. D’altra parte, anche il padrone può restare prigioniero del suo ruolo. Può illudersi che operai e impiegati siano realmente esistenti al di fuori di lui, quando invece essi sono le parti di sé che deve riuscire a governare affinché lo aiutino nel suo scopo.

Se entra in conflitto con queste parti di sé, diventa anch’egli succube del suo ruolo, della sua classe sociale. Si sentirà un padrone che deve difendersi contro dipendenti che vogliono defraudarlo del suo potere, che ostacolano il su sogno pretendendo stipendi più alti. Ma non è mai cosi, i dipendenti si trovano DENTRO l’imprenditore e aspettano di essere accettati, compresi, integrati, amati.“

[..]

“Se l’operaio/dipendente/suddito vuole realmente vincere, deve smettere di recitare il suo ruolo subordinato, deve smettere di incolpare qualcuno e iniziare a trasformare sé stesso. Deve guardare all’interno, non all’esterno”.

Mi puntò un dito contro la faccia: “Ascoltami bene: non focalizzarti sulla tua condizione esteriore; devi far emergere la tua anima, la tua essenza interiore.

La nuova condizione esteriore sarà frutto della tua trasformazione interiore, esattamente come l’attuale stato della tua psiche viene rispecchiato nel mestiere che stai svolgendo adesso e nella misera paga che ne ricavi.

Un creatore, un imprenditore, un leader, costruiscono giorno dopo giorno la loro realtà, seguendo un obiettivo che li coinvolge e li riempie totalmente a ogni istante e a ogni respiro. Non danno la colpa delle loro sconfitte alle istituzioni o ai poteri economici.

Il leader non ha padroni, non ha idoli, non crede ad un mondo fuori di sé che gli impedisce di creare ciò che LUI vuole.

Tu sei superstizioso, continui a idolatrare un mondo dove ci sono personaggi cattivi che ti impediscono di ottenere risultati. Ma il mondo è DENTRO di te, il mondo è totalmente creato da te in ogni più piccolo e apparentemente insignificante particolare.

Non c’è nessuno là fuori che possa muovere un solo muscolo se tu, inconsciamente, non glielo permetti.

L’universo abita in te, si colloca dentro la tua coscienza. Questo è sempre stato un fatto inconfutabile, sia dalla filosofia che dalla scienza. Quando lo SENTIRAI interiormente, allora sarai libero, sarai un visionario, sarai inarrestabile”.


Che effetto hanno su di te queste parole?
Sei pronto/a ad assumerti pienamente la responsabilità della tua vita?

Scrivilo nei commenti!

Risorse utili

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