piani esistenza coscienza

In questo articolo – tratto dal libro “Dall’Universo all’Anima” di Marcello di Muzio – parliamo dei vari piani di esistenza, veicoli d’apprendimento usati dalla coscienza individuale per conoscere se stessa, al fine di evolvere.

Premessa

Ad ogni ciclo reincarnativo l’individuo – identificato nella sua coscienza – ha necessità di volta in volta di crearsi dei veicoli atti a consentirgli di soggiornare con il proprio corpo fisico sulla terra.

Ognuno risiede in una dimensione diversa dall’altra:

  • il corpo fisico – sede dell’azione e del movimento
  • il corpo eterico – sede dell’energia vitale
  • il corpo astrale – sede delle emozioni e dei desideri
  • il corpo mentale – sede dei pensieri e dei ragionamenti

Per ogni piano di esistenza l’individuo ha dei veicoli e, per ogni veicolo o corpo, dei sensi; ma dove i sensi sono sopiti, la coscienza non lavora. Ecco perché voi non percepite molto di più di quanto non rientri nel ristretto campo percettivo dei vostri sensi fisici. (cerchio Firenze 77)

La coscienza, ad ogni incarnazione, non solo abita un nuovo corpo fisico, ma necessita dell’esistenza contemporanea degli altri corpi correlati per vivere, ed ognuno di essi (fisico, eterico, astrale e mentale) risiede nel relativo piano d’esistenza.

Quando l’individuo giunge in vita, la sua coscienza già contempla tutti e quattro i piani di esistenza. Al suo trapasso, egli abbandonerà da subito il corpo fisico e poco dopo si dissolverà anche il suo corpo eterico.
La coscienza allora, non avendo altro corpo a disposizione, si ritirerà manifestando la sua consapevolezza di vivere nel corpo immediatamente sottostante, ovvero l’astrale.

Eccoci affacciati a vivere nell’aldilà. Ma non sarà la tappa definitiva: dopo avervi soggiornato per un periodo più o meno lungo – a seconda del grado evolutivo raggiunto – l’individuo sente il desiderio di abbandonare il piano astrale per trasferirsi nel piano mentale.
Qui spesso i tempi di permanenza possono essere piuttosto lunghi, ma anch’esso non è la sede definitiva dell’individuo. E presto o tardi l’individuo avrà necessità di abbandonare anche il piano mentale.

L’unica sede reale, che mai cambia ad ogni incarnazione, è il piano della coscienza (o piano akasico). Qui l’individuo attenderà una nuova incarnazione, e ad essa corrisponderà un nuovo corpo fisico, eterico, astrale e mentale.
I corpi fisico, eterico, astrale e mentale costituiscono la personalità dell’individuo, la sua fisicità, il suo carattere, l’espressività e il modo di ragionare: tutti insieme definiscono e formano l’Io dell’uomo.
Il motivo per cui ad ogni nuovo ritorno in vita occorra l’intera gamma dei corpi nuovi è per permettere all’individuo incarnato di fare esperienze diverse da quelle della vita precedente e più adatte al nuovo percorso evolutivo.

Il piano fisico

Il piano fisico è, tra i piani di esistenza, l’unico piano assolutamente indispensabile per imparare ad evolvere.

Solo qui l’oggettività della materia consente quelle esperienze necessarie all’avanzamento della coscienza nella sua evoluzione. Solo in questo piano vigono quelle leggi fisiche che postulano la consequenzialità di causa ed effetto.
Ad una causa mossa deve sempre corrispondere prima o poi il suo effetto correttivo opposto.

Senza la sperimentazione diretta sul piano fisico, l’evoluzione della coscienza non andrebbe avanti di un solo passo.

Presto l’uomo arriverà a scoprire quello che gli antichi filosofi di un tempo raccontavano nei loro scritti: l’esistenza di una particella elementare del piano fisico.

Questa particella, chiamata unità elementare, è il “mattoncino” ultimo, il più piccolo, che forma tutto il piano fisico.

Cosa succede se proviamo a scomporre ulteriormente questo mattoncino? Accade che non otterremo più materia fisica, ma materia astrale!

Avremo oltrepassato la soglia del mondo fisico e ci saremo affacciati nella dimensione immediatamente successiva. Noi staremo realmente osservando la materia della dimensione dell’aldilà.

Ma questa scoperta potrà essere fatta solo con la coscienza; nessun macchinario scientifico, per quanto sofisticato, sarà in grado di scrutare l’aldilà, in quanto la materia può percepire solo ciò che risiede nel suo stesso piano materiale.

Il piano eterico

Il corpo eterico di ogni essere vivente funge da interfaccia tra il corpo fisico e quello astrale. Esso governa e canalizza le energie vitali e regola le difese immunitarie dell’individuo e lo stato di salute dell’uomo in generale.

Il corpo eterico svolge anche un’altra funzione: è per così dire la matrice, lo stampo su cui andrà a modellarsi il corpo fisico nel corso della crescita. Per questa sua peculiarità di fungere da modello morfologico ed anatomico, da cui il corpo fisico svilupperà il suo processo copiativo, esso è conosciuto altresì come doppio eterico.

Il corpo eterico è sempre materia fisica ma ad uno stato molto più rarefatto e risulta strettamente legato al corpo fisico, essendone addirittura parte integrante.

Questi due corpi – fisico ed eterico – durante la vita dell’uomo rimangono sempre vicini, tant’è che la manifestazione vitale di ogni essere vivente è imprescindibilmente legata all’esistenza del suo doppio eterico.
Esso raramente arriva a separarsi – se non quando è segno di qualche malattia o squilibrio bio-fisico – non essendo tale separazione in nessun caso favorevole.

In tutto il corpo fisico di ogni individuo vi sono migliaia e migliaia di punti piccolissimi, i quali sono preposti a ricevere e trasmettere le vibrazioni tra il piano fisico e il piano astrale. (cerchio ifior)

Questi punti piccolissimi – chiamati “nadis” (dal sanscrito “canale”) – hanno due caratteristiche:

  • hanno il compito di tenere unito corpo fisico con il corpo astrale. Fungono in un certo senso da magnete;
  • servono a trasmettere le vibrazioni che giungono dall’astrale e dagli altri piani di esistenza. ricordiamo che le vibrazioni sono quelle che noi chiamiamo energie.

Le nadis sono come dei piccolissimi vortici energetici che si trovano distribuiti lungo tutto il sistema nervoso dell’individuo, fin nei più piccoli nervi del sistema periferico.
Nei punti del corpo eterico in cui i flussi d’energia delle nadis fluendo si incrociano gli uni con gli altri, molte volte, si forma, sparsa per tutto il corpo, una moltitudine di centri energetici più grandi, come se i vortici delle nadis si aggregassero in vortici più grandi. tra essi, vi sono sette centri energetici maggiori e in assoluto più grandi di tutti gli altri: essi sono noti come chakra (dal sanscrito “cerchio”).
I sette chakra si trovano in verticale lungo la colonna vertebrale ed hanno come corrispondenza fisica le principali ghiandole del sistema endocrino e, di riflesso, specifici organi del corpo fisico. I chakra sono paragonabili a dei grossi vortici energetici in cui fluisce una grande quantità di energia dagli altri piani di esistenza.

Nadis e chakra insieme (più una moltitudine di altri vortici energetici minori) costituiscono il corpo eterico che, nel suo aspetto visivo e cromatico, corrisponde alla cosiddetta aura dell’uomo.

L’aura è quella forma nebulosa e al tempo stesso luminosa che i veggenti vedono attorno al corpo fisico degli uomini, ed anche degli animali o piante. (cerchio Firenze 77)

Nel trapasso, con l’abbandono del corpo fisico succede che il corpo astrale si stacchi dal corpo fisico. Così il corpo eterico non ricevendo più l’energia necessaria ad alimentarlo, lentamente si dissolve, disperdendosi nell’ambiente circostante e tornando ad essere unità elementare in stato di quiete.

Nel concreto, quei vortici piccolissimi – le nadis – iniziano a rallentare la loro vibrazione smettendo gradualmente di funzionare. È come se lentamente si spegnessero elettricamente. Non si fermano immediatamente in quanto essi ricevono comunque energia ancora dal piano fisico, dal prana del Sole.

Questa fase di dissolvimento del doppio eterico dura mediamente 36 ore dalla morte clinica, periodo in cui l’individuo trapassato si sente ancora legato in qualche modo al suo corpo fisico ed al mondo terreno. Dopo di che l’anima è totalmente svincolata dalla dimensione materiale e la coscienza si ritrova a vivere nel mondo astrale.

Il piano astrale

Il piano astrale è quel luogo dove vive, si muove e si controlla il corpo astrale dell’individuo. A livello teologico, il piano astrale coincide con l’aldilà e il relativo corpo astrale con l’anima.

Il piano astrale è il piano che governa le sensazioni, le emozioni e i desideri. È qui che vibra la relativa materia del nostro corpo astrale quando ridiamo, piangiamo, siamo contenti, iracondi o spaventati.
È qui che la coscienza matura i suoi desideri, che poi esperirà – karma permettendo – nel piano fisico.

Il mondo astrale, come il mondo fisico, ha un luogo di manifestazione, una sua atmosfera e un suo ambiente per vivere.

La materia del piano astrale ha una caratteristica molto interessante: è plasmabile sotto il semplice impulso della volontà e del desiderio; è sufficiente volere un oggetto, un cibo, o quant’altro vagheggi il desiderio ed ecco che, all’istante, la materia astrale assume le perfette forme del desiderio voluto.

Qual è l’elemento che consente questo apparente “miracolo”? È sempre la vibrazione.
Il corpo astrale dell’individuo, nel gesto di esprimere il suo desiderio, non fa altro che porre in vibrazione la materia a lui circostante.
Così come nel piano fisico l’energia dell’azione, secondo la legge di causa-effetto, pone in vibrazione la particella elementare, così nel piano astrale l’energia del desiderio pone in vibrazione la relativa unità elementare astrale.

Sul piano fisico non è sufficiente l’energia immessa in un desiderio per trasformare la materia circostante – che so – in un gelato! Per poterlo fare occorre che il desiderio abbia l’intermediazione e il supporto dell’energia del piano relativo: occorre compiere l’azione, occorre muoversi in qualche modo, altrimenti il desiderato gelato non si “materializzerà”!

Tanto più forte è un desiderio, un’emozione da noi provata, quanto più forte sarà la corrispondente vibrazione del nostro corpo astrale.
Il corpo astrale ha bisogno del corpo eterico per colloquiare con il corpo fisico, in quanto l’astrale non è materia del piano fisico e non avrebbe alcun modo di comunicare se non vi fosse questa materia “intermedia”.

Ora, la forte vibrazione derivante da un improvviso stato emotivo, quale ad esempio una scarica d’ira, si riversa dal corpo astrale – fonte dell’ira – dapprima al nostro corpo eterico, responsabile dello stato energetico e di salute.
Il corpo eterico, essendo direttamente collegato a livello fisico a quelle che sono le varie ghiandole ormonali del corpo, come reazione, attiverà immediatamente reazioni chimiche in quella serie di ormoni che non faranno altro che enfatizzare quel particolare stato d’animo, peraltro non proprio benefico ma probabilmente necessario al soggetto per avere un determinato tipo di esperienza. Tanto più forte è il desiderio, tanto più materia astrale plasmeremo.

Ma come nasce un desiderio?
Il desiderio dell’uomo non ha origine nel corpo astrale – come verrebbe da pensare di riflesso – ma deriva dal suo corpo akasico. È la coscienza che manifesta il bisogno di conoscere un qualcosa che non ha ancora compreso, o la necessità di approfondire un argomento non chiaro.

La vibrazione che deriverà dal bisogno, partendo dal piano akasico e attraversando i sottopiani, si tramuterà, nel piano astrale, in desiderio.

La coscienza cioè, manifestando il bisogno, pone in vibrazione il piano mentale che si manifesterà nell’individuo come un forte pensiero fisso, e a sua volta l’insistente pensiero porrà in vibrazione il corpo astrale, manifestando in definitiva il bisogno tramite il desiderio.

Il piano mentale

La dimensione del piano mentale è la sede del pensiero dell’individuo e del suo ragionamento.
Così come nell’astrale è il desiderio a materializzare l’oggetto, nel mentale è sufficiente il pensiero per avere l’immediata sensazione del reale contatto tra noi e l’oggetto del nostro pensiero.
Anche qui il motivo è semplice: nel piano mentale l’unità elementare è enormemente ancora più piccola del piano astrale, per cui non occorre neanche lo sforzo della volontà o l’emotività del desiderio per plasmare l’ambiente circostante. la materia del piano mentale è difatti il pensiero.

Il piano mentale è anche sede della memoria. La memoria è una particolare aggregazione più densa della vibrazione dell’unità elementare del piano mentale, così come lo è la materia solida nel piano fisico.
Da ciò è intuibile che, per lo scienziato o il medico di oggi, cercare l’origine del pensiero nel cervello umano è come smontare un televisore per cercare nei componenti elettronici il film trasmesso.

Il cervello è solo un mezzo preposto a ricevere e adeguare con filtri fisici ciò che proviene da altri piani di esistenza. Lo studio, l’approfondimento, la ripetizione di concetti durante la vita dell’uomo hanno proprio la funzione di rafforzare la vibrazione del piano mentale, come se il pensiero ricevesse nuova energia vibratoria per memorizzare la nozione cognitiva.

Da incarnati – da vivi sulla terra – lo studio è realmente la palestra del piano mentale. Quando, invece, da disincarnati – dopo il trapasso – saremo giunti a vivere con la coscienza nel piano mentale, avremo la possibilità senza sforzo alcuno di poter arrivare a conoscere tutto quello che nel passato dell’uomo è stato conosciuto con l’ausilio della sola spinta del desiderio di conoscere. È evidente che anche su questo piano la spinta ad agire è fornita dal desiderio e, quindi, dai bisogni del corpo akasico (la coscienza), senza di essa l’individuo non si muoverebbe e la vita dei suoi corpi sui vari piani sarebbe estremamente statica. (cerchio ifior)

Anche il mondo mentale ha una sua atmosfera e un suo ambiente dove vivere coscientemente e dove poter incontrare chi vi è già giunto nel percorso evolutivo, dopo aver abbandonato di sua volontà il mondo astrale.

Nel mondo mentale non vi si giunge per morte del corpo astrale, ma perché si è giunti ad un punto tale del proprio percorso che non si sente più il bisogno di soggiornare in astrale. il guscio astrale si dissolve e in un attimo alla coscienza si dischiude il nuovo ambiente mentale.

Anche chi abita nel mondo mentale può comunque vedere i piani sottostanti – quindi l’astrale e il fisico – ma non vi può interagire, in quanto l’individuo non ha sufficiente energia mentale per far vibrare la materia dapprima del piano astrale e poi del piano fisico, a meno di non essere entità di altissima evoluzione.

Il piano akasico (la coscienza)

Piani fisico, eterico, astrale e mentale vengono definiti anche i piani dell’Io, in quanto i relativi corpi vengono creati appositamente ad ogni incarnazione e costituiscono la personalità e la fisicità dell’individuo sulla terra; e abbiamo appreso che essi verranno via via abbandonati dall’individuo al termine di ogni vita.

Il corpo akasico invece permane sempre e non viene mai abbandonato o rigenerato tra una vita e l’altra. Esiste per sempre in quanto deve accumulare il succo evolutivo di tutte le esperienze fatte nelle vite passate.

È questo piano che noi abbiamo sempre indicato sede della coscienza individuale, la quale si costituisce man mano che l’individuo, incarnandosi, ha delle esperienze. Nella coscienza si riassume la vita di tutto l’individuo, così come nel cervello si riassume la vita di tutto il corpo fisico. (cerchio Firenze 77)

Infatti, ciò che è stato sperimentato e appreso durante le varie incarnazioni non va mai perduto ma permane all’interno del corpo akasico dell’individuo. E permane soprattutto il succo di quelle esperienze, sotto forma delle comprensioni che mancavano alla coscienza e che sono essenziali alla costituzione e all’allargamento della coscienza stessa e, di conseguenza alla sua evoluzione.

Non dobbiamo pensare al piano akasico – o al piano mentale – come a delle dimensioni fredde, quasi come se la coscienza vagasse in un’atmosfera vuota. Ogni piano ha il suo ambiente e i suoi “abitanti”, il suo tempo e il suo spazio, anche se sostanzialmente diversi da un piano all’altro.

Il meccanismo con cui la coscienza, nell’esprimere le sue necessità evolutive, attraversa tutti i piani di esistenza, è il seguente: la coscienza (nel piano akasico) nel momento in cui esprime il desiderio di arrivare a comprendere un aspetto di cui è carente, per prima cosa pone in essere un pensiero logico, un ragionamento compatibile con la sua morale, manifestando vibrazioni nel corpo mentale.
Ma il pensiero, man mano che si fa insistente, più denso, diventa desiderio, modellando così il corpo astrale.
Il desiderio, in ultimo, per essere posto in essere al fine di appagare l’io, diventa azione nel piano materiale.
Da qui riceverà, come feedback, una reazione alla causa mossa che, ripercorrendo i piani a ritroso, giungerà al piano akasico come succo dell’esperienza appena vissuta.

Allora tutti i corpi non diventano altro che veicoli d’apprendimento usati dalla coscienza individuale per conoscere se stessi, al fine di evolvere. Alla fine di ogni incarnazione, come strumenti logori, vengono abbandonati.

Estratto dal libro “Dall’Universo all’Anima” di Marcello di Muzio (Ed. I Libri del Casato)

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2 Commenti

  1. Muchas gracias Simone por compartir este artículo tan interesante y esclarecedor para mí. Como todo, llega en un momento justo. Gracias!!

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