disturbi psicosomatici 1

Ultimo aggiornamento il 29 Marzo 2023

La lista dei sintomi ormai presenti nella nostra quotidianità è probabilmente inferiore solo alla quantità di medicinali suggeriteci dai vari medici, riviste e pubblicità televisive.

Troppo spesso, infatti, si da per scontato che l’unica soluzione per mettere fine al proprio malessere, sia quella di assumere una pastiglia più o meno colorata, attendere l’eliminazione del fastidio e ritornare alle proprie abitudini, come se nulla fosse.

Se lo scopo è quello di eliminare la spiacevole sensazione da corpo fisico, allora quanto scritto sopra può avere senso, anche se non sempre si ottengono i risultati attesi: in fondo la medicina non è una scienza esatta.

Se però vogliamo provare a comprendere la causa da cui il problema ha avuto origine, questo approccio sicuramente è poco utile, anzi può diventare particolarmente dannoso. Scopriamo il perché.

SINTOMI COMUNI E MENO COMUNI

Alcuni sintomi sono così comuni che ormai non ci prestiamo più nemmeno attenzione, sia che si manifestano nello spazio del nostro corpo fisico, che in quello delle persone a noi più vicine.

Mal di testa, mal di stomaco, reflusso epigastrico, difficoltà digestive, problemi intestinali, mal di schiena, irritazioni cutanee, irritazioni alle vie respiratorie – solo per citarne alcuni -sono così frequenti e diffusi da rientrare in quella che potrebbe essere definita “la nuova normalità”.

E per questo genere di problematiche abbiamo imparato a tenerci stretti in tasca i nostri antidolorifici, antinfiammatori e simili, ormai presenti il ogni borsetta o cassetto della scrivania.

Di altri disturbi meno comuni, ma purtroppo sempre più diffusi e di cui spesso la medicina classica fatica a trovarne l’origine, se ne parla meno, nonostante destino maggior preoccupazione.

Oltretutto vengono affrontati nello stesso modo delle problematiche descritte sopra: si cerca di annullarne la manifestazione fisica, perseverando però nelle proprie abitudini e routine.

Naturalmente non si vuole biasimare nessuno per questo approccio, ma il punto da tenere in considerazione è il fatto che così facendo non si potrà MAI arrivare a risolvere il problema.

In questa categoria, giusto per citare i più frequenti disturbi, possiamo menzionare: infiammazioni acute o croniche, malattie autoimmuni, compromissioni di organi specifici, alterazioni cardiache e a volerla dire tutta, anche tante problematiche oncologiche.

Vi è un’altra categoria di disturbi, più invisibili e misteriosi e che apparentemente sono slegati dai precedenti, ma che come vedremo sono direttamente collegati, anche se non esattamente come molti testi propinano. Stiamo parlando di problemi psicologici ed emotivi.

Se da un certo punto di vista è facile comprendere la correlazione tra fattori mentali ed emozionali (es. sono stato licenziato → ci rimango male → arriva la tristezza), diventa più arduo scoprirne i collegamenti con tutta una serie di problemi prettamente fisici.

Ma qui ci arriva in soccorso la psico-neuro-endocrino-immunologia (PNEI).

COS’E’ LA PNEI?

Se da una parte troviamo gli ormai famosi manuali che pretendono di dare un significato per ogni problema fisico – offrendo talvolta anche spunti interessanti, ma molto spesso banalizzano e generalizzando – dall’altra troviamo un approccio prettamente medico-scientifico.

Questo approccio, ormai da qualche decade, offre molti spunti di riflessione e di approfondimento rispetto alla tematica e sicuramente sta offrendo dei nuovi orizzonti alla ricerca in questo campo così delicato.

Come dice il nome stesso, la PNEI è quel ramo di medicina che si occupa di ricercare correlazioni tra stati psicologici (mentali), neurali (fisico-cerebrali), risposte del sistema ormonale (endocrino) ed immunitario.

Ciò che è emerso, senza entrare troppo nel dettaglio, è che determinati stati mentali ed emotivi, se mantenuti a lungo, alterano la produzione di ormoni e di cellule del sistema immunitario.

Quindi, lunghi periodi di tristezza, rabbia, rassegnazione, impotenza, solitudine etc, faranno sì che la bilancia dei nostri sistemi interni tenderà verso squilibri sistemici che, nel giro di tempi più o meno lunghi, si manifesteranno in una malattia vera e propria.

Anche se può sembrare strano, è “l’anima” ad ammalarsi per prima e se questo stato perdura nel tempo, allora anche il corpo fisico ne manifesterà i corrispettivi aspetti. Questo meccanismo funziona allo stesso modo per la “guarigione”.

Quindi, in estrema sintesi, se si vuole veramente risolvere un problema, è necessario scoprire quale informazione a livello sottile/mentale sta causando il disequilibrio, riscontrabile poi al livello della macchina biologica.

IL RUOLO DEI FATTORI GENETICI ED EPIGENETICI

C’è un’altra variabile da tenere in considerazione se vogliamo comprendere come funziona il nostro organismo. Cioè la genetica, o meglio ancora… l’epigenetica.

Della genetica abbiamo sentito tutti parlare, dell’epigenetica un po’ meno, ma questa è la chiave per comprendere la genesi di molti disturbi.

Semplificando, la PNEI afferma che nel DNA esistono molte più informazioni di quelle che vengono manifestate. Dall’interazione tra il soggetto e l’ambiente si avrà poi una particolare combinazione di fattori che permetterà la manifestazione di una determinata caratteristica del nostro corredo genetico o un’altra.

Per fare un esempio: prendiamo due gemelli monozigoti, supponiamo che uno viva in una grande città, piena di smog, con ritmi di lavoro frenetici, persone stressate e sgarbate, costretto a mangiare cibi di scarsa qualità e tempi non adeguati per riposarsi, mentre l’altro viva in un ambiente sereno, faccia un lavoro che lo gratifica, abbia relazioni felici e una famiglia serena… cosa succederebbe?

Con ogni probabilità il primo gemello avrebbe tutta una serie di sintomi legati allo stress che con il tempo si potrebbero trasformare in una malattia conclamata, proprio perché a lungo termine quei geni stimolati da una vita logorante avrebbero manifestato le condizioni ideali per sviluppare uno o più problemi specifici.

Ricordiamoci anche che le malattie sono degli adattamenti del corpo a stimoli esterni, una sorta di compensazione per ricreare egli equilibri perduti: è per questo che in tante tradizioni vengono considerate dei veri e propri insegnanti e messaggeri.

Il secondo gemello, a parità di corredo genetico, invece avrebbe molte più possibilità di vivere una vita serena ed armonica, proprio per il differente rapporto tra geni ed ambiente.

E’ chiaro che questo è un esempio limite, ma la nostra quotidianità si muove tra questi estremi. Considerando poi il particolare momento storico in cui stiamo vivendo, non è difficile intuire verso quale ambiente stiamo tendendo.

IL RUOLO DELL’ANSIA

Un altro fattore centrale in questa disamina è il ruolo dell’ansia. Ansia deriva dal latino angere, stringere. Quando siamo in preda a questa reazione (cioè quasi sempre), senza rendercene conto, ci irrigidiamo: chi il diaframma, chi il collo, chi i muscoli delle spalle (in base alla propria personalità, o meglio neuro-personalità).

Ciò, a lungo andare, altera anche su un piano strettamente fisico i nostri processi interiori, che cronicizzandosi, daranno luogo ai famosi “blocchi psicosomatici”.

In genere l’organo bersaglio più colpito è lo stomaco in quanto collegato al diaframma, il muscolo che prima di tutti gli altri tende ad irrigidirsi e a bloccarsi. Ma sono interessate anche le spalle, la gola, il petto, gli addominali e il blocco sfinterico.

Questa tensione fisica genera un blocco energetico e questo è sempre associato ad un blocco della personalità, come diceva qualcuno: “come in alto, così in basso”, oppure “come dentro, così fuori”.

Dato che la tensione nasce a livello mentale – può essere paura, aggressività repressa, ansia generalizzata, rabbia sistematica e così via –, questa si manifesta in una corrispondente struttura fisica.

E’ un meccanismo di difesa che avviene attraverso l’irrigidimento di un particolare plesso muscolare e/o nervoso, per questo vi è sempre una corrispondenza tra un blocco fisico ed uno della personalità.

C’è da aggiungere che talvolta possono esserci motivazioni differenti a parità di blocco fisico, per questo gli approcci più profondi alla salute dell’essere umano si rivelano essere particolarmente complessi ed articolati.

Basti immaginare alla Medicina Tradizionale Cinese: è infatti un approccio olistico multidimensionale che per essere compreso nella sua vastità richiede molti anni di studio.

QUINDI COSA FARE?

Se da una parte questa complessità può scoraggiare, facendo desistere dallo studio olistico del proprio essere, dall’altra dovrebbe risultare evidente quante occasioni abbiamo nella nostra quotidianità per affrontare consapevolmente i segnali che il nostro corpo ci invia incessantemente.

Naturalmente bisogna essere motivati, desiderosi di osservare ciò che si muove oltre “il velo delle apparenze”, bisogna comprendere quanta responsabilità abbiamo nel nostro processo di crescita e guarigione.

Responsabilità non vuol dire senso di colpa, così come l’affermazione “sto scontando il mio karma” non significa che abbiamo colpe da espiare.

Tutti noi, spiriti incarnati, abbiamo bisogno di fare esperienza, tutti abbiamo degli aspetti su cui lavorare e anche se può sembrare assurdo o sadico, il fatto di avere un problema può essere la via più diretta per permetterci di sintonizzarsi con il nostro sé più profondo e comprendere i reali meccanismi che muovono l’essere umano.

Probabilmente se la nostra vita fosse tutta “rosa e fiori” non avremmo quella spinta al cambiamento, alla trasformazione… in ultima analisi all’evoluzione spirituale. Per questo  bisognerebbe ringraziare i nostri problemi perché sono dei veri e propri maestri di vita.

Alcuni saranno degli insegnanti di passaggio, ci spiegheranno un paio di argomenti e andranno via, altri invece rimarranno con noi più a lungo invitandoci a scendere sempre più in profondità, fino al momento in cui verrà compresa appieno la lezione.

Una volta svolto il proprio compito, anche il problema stesso svanirà perché non avrà più bisogno di sussistere.

Quindi buon lavoro e buona trasformazione!

Risorse utili

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